Il conflitto in Ucraina ha prodotto effetti collaterali di non poco conto anche per il settore alimentare, alle prese in questi giorni con un balzo dei prezzi delle materie prime agricole.
Ma oltre all'aumento delle quotazioni di grano, mais, soia e girasole, con un effetto a cascata sull'intera filiera e lo spettro dell'inflazione sempre più concreto, il conflitto sta determinando un crollo delle disponibilità di alcune materie prime, con la conseguente necessità, per talune produzioni, di attingere ad altri ingredienti al fine di sopperire alla domanda.
L'utilizzo di differenti materie prime, tuttavia, comporta l'onere di modificare talune informazioni in etichetta (lista degli ingredienti in primis), al fine di edurre il consumatore circa l'esatta composizione del prodotto.
L'impossibilità di produrre in brevissimo tempo nuove etichette e le difficoltà di adattare l'etichettatura alla necessità di riformulare tempestivamente alcuni prodotti, sta ponendo svariati interrogativi.
Tale situazione di difficoltà è in queste ore oggetto di riflessione anche da parte della Commissione europea. Al fine di individuare una soluzione temporanea per ovviare alle difficoltà delle imprese, garantendo nel contempo adeguata informazione ai consumatori, la Commissione ha infatti aperto un confronto con alcune autorità nazionali. Nei prossimi giorni la questione dovrebbe trovare una soluzione, al fine di consentire alle imprese un margine di flessibilità per affrontare l'emergenza anche sotto il punto di vista dell'etichettatura.
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